Alitalia, la rivincita di Abu Dhabi
sull’ok Enac a Emirates

Sabato 12 Aprile 2014 di Roberta Amoruso
Gabriele Del Torchio
Che gli sceicchi del Golfo siano i benvenuti in Italia, soprattutto quando si tratta di affari, arcinoto. Ma ci che non si sapeva, almeno finora, che ci sono sceicchi e sceicchi. Per alcuni, come la compagnia Emirates Airlines, ci è voluto davvero un attimo per incassare il via libera a volare tra Milano e New York. Per altri, invece, come i cugini di Etihad con base ad Abu Dhabi, la stessa autorizzazione è stata rispedita al mittente, «rejected» senza appello, subito dopo che il via libera per la stessa tratta era stato concesso ad Emirates. La motivazione dello stop? «La situazione di crisi del settore». Come se del comparto, certamente in difficoltà, non facesse parte anche Emirates. Il punto è che in quel via libera a Dubai ci sono tutti gli ingredienti di una decisione «illegittima», contro le regole Ue e contro il trattato Italia-Emirati. Alitalia ne è convinta. E’ la compagnia aerea la principale danneggiata dall’affondo di Emirates, insieme a Delta. Ed è per questo che proprio da Alitalia è partito un anno fa il ricorso al Tar del Lazio firmato dall’avvocato Andrea Gemma per l’annullamento del via libera a Emirates. Obiettivo centrato due giorni fa con la cancellazione della rotta Emirates Milano-JFK.



I tempi in questa vicenda sono fondamentali. Quando si aprono per la prima volte le porte a Emirates per volare da Malpensa a New York è l’11 gennaio 2013. Corrado Passera, allora ministro del governo Monti, dà parere favorevole a un via libera che arriva puntuale un paio di mesi più tardi da parte dell’Enac (5 marzo 2013). Si tratta di un’opportunità unica per Dubai. Per Alitalia un vero smacco, proprio mentre si trova a gestire l’ennesima impasse: la cordata italiana è appena stata liberata dal vincolo di lock-up sulle azioni, si affaccia l’ipotesi di un nuovo aumento di capitale e la strada sembra segnata con i francesi di Air-France, anche se Rotschild Italia sta un’alleanza ad ampio raggio.



La concorrenza di Emirates su quella tratta crea gravi danni in un mercato saturo. Ma qui non c’entra la difesa del mercato italiano. Anche perchè, è bene ricordarlo, nessun altro Paese europeo ha mai concesso un privilegio del genere a una compagnia extracomunitaria. Qui si parla di una compagnia statale degli emirati che scende in campo a concorrere con società private, senza che ci si stata la contrattazione preventiva tra gli stati interessati come previsto dalla legge 2/2009. Senza preventiva comunicazione a Bruxelles. E senza il coinvolgimento di Alitalia in un tavolo che avrebbe dovuto prevedere reciprocità e contropartite. In questa partita non è escluso che si finisca con un’azione di risarcimento danni. Intanto rimane ancora nella nebbia il dossier Cargolux Italia, la compagnia statale del Lussemburgo autorizzata da Enac a operare in Italia. Anche in questo caso in tempi record.

Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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