Save rompe con Bergamo, Marchi
attacca: «Saltata l’intesa su Brescia»

Martedì 24 Marzo 2015
Save rompe con Bergamo, Marchi attacca: «Saltata l’intesa su Brescia»
’espansione del nuovo sistema aeroportuale del Nord Est verso Ovest si è fermata alle porte di Bergamo. È saltato l’accordo per la gestione comune dello scalo di Brescia. La nuova società nata ai primi dello scorso ottobre dall’unione di Save Marco Polo di Venezia (con il Canova di Treviso) e la Catullo Spa di Verona (con lo scalo di Brescia Montichiari) dovrà dunque rivedere i suoi piani che prevedevano lo sviluppo del traffico business e turistico a Verona, i voli low cost a Treviso, i low cost di fascia alta e gli intercontinentali a Venezia, e le merci al Montichiari di Brescia, quest’ultimo in collaborazione appunto con l’aeroporto di Orio al Serio di Bergamo. Enrico Marchi, il presidente di Save, accusa i vertici di Sacbo, la società che ha in concessione Bergamo, di aver tenuto un «comportamento del tutto censurabile e al di fuori di ogni regola etica» e si appresta a intentare causa per danni.

Marchi racconta di essere venuto a conoscenza dai giornali locali bergamaschi del rinnovo dell’accordo con Dhl, il colosso della logistica, perché mantenga la sua base principale italiana ad Orio al Serio fino al 2018. Dhl faceva parte, invece, degli accordi che i veneti stavano portando avanti con Bergamo, e avrebbe dovuto trasferire il suo hub a Brescia per liberare le piste di Orio al Serio a favore di un incremento dei passeggeri. «Uno degli impegni presi da noi e da Bergamo era proprio quello di non fare accordi strategici con compagnie fino a che non avessimo concluso l’accordo tra di noi - spiega Marchi -. E correttamente lo abbiamo comunicato alle compagnie. Poi, siccome i tempi delle trattative si allungavano, abbiamo chiesto a Sacbo di tenere delle riunioni assieme a Dhl per evitare che se ne andasse a Lubiana, ma da Bergamo continuavano a dirci di aspettare, e di firmare prima i patti tra di noi». Il presidente di Save parla di «mancato rispetto degli accordi finora assunti. Il 16 marzo, due giorni prima che venissimo a sapere dell’accordo con l’operatore della logistica, io e Paolo Arena, presidente dell’aeroporto Valerio Catullo di Verona, ci eravamo incontrati con Marco Radici, il presidente di Sacbo per perfezionare le intese, dopo che avevamo firmato una lettera di intenti condivisa tra le parti e finalizzata alla costituzione di una joint venture per la gestione congiunta di Brescia».

Lo scorso novembre Sea, la società di gestione degli aeroporti di Milano, aveva presentato ricorso proprio contro la fusione tra Venezia e Verona e per bloccare gli accordi con Bergamo che rischiano di rubare merci a Malpensa. E Sea è dentro a Sacbo con alcuni consiglieri. «Non sappiamo che cosa abbia spinto Sacbo a comportarsi in questo modo, anche perché da quando sono uscite le notizie nessuno di loro ha avuto il coraggio di farsi sentire - aggiunge Enrico Marchi -. È vero che Milano sta soffrendo molto per la mancanza di strategia, e Bergamo sta crescendo molto a scapito di Linate e di Malpensa. Però il comportamento di Sacbo è ingiustificabile e inaccettabile». Che cosa farà ora il polo aeroportuale del Nord Est? «Riprenderemo i contatti con Dhl e altri corrieri internazionali, ma anche con compagnie passeggeri, per incrementare il traffico a Brescia. Non ci perdiamo d’animo, e nel frattempo naturalmente interrompiamo qualsiasi trattativa con Bergamo».
Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 07:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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