È stato per tanti anni un amico dei «nizioleti» che raccontano la vita intima e pubblica della Venezia dei secoli andati il disegnatore Paolo Piffarerio, scomparso ieri notte a novant'anni nella sua casa milanese.
Cartoonist della vecchia guardia, attento al dettaglio col suo segno insistito, sorrideva quando lo chiamavo «temponauta». Perché con la sua matita si trovava a proprio agio nel raccontare in sequenza di quadretti episodi, soprattutto letterari, appartenenti ad epoche lontane. Le oltre trecentocinquanta tavole ognuna di nove quadretti realizzate dal 1984 illustranti la toponomastica stradale veneziana, dapprima settimanalmente pubblicate dal Gazzettino e in seguito raccolte in più volumi, ne sono la testimonianza viva. Più volte ebbe a dirmi che considerava quel lavoro durato un paio di decenni la cosa migliore che avesse dato al fumetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Cartoonist della vecchia guardia, attento al dettaglio col suo segno insistito, sorrideva quando lo chiamavo «temponauta». Perché con la sua matita si trovava a proprio agio nel raccontare in sequenza di quadretti episodi, soprattutto letterari, appartenenti ad epoche lontane. Le oltre trecentocinquanta tavole ognuna di nove quadretti realizzate dal 1984 illustranti la toponomastica stradale veneziana, dapprima settimanalmente pubblicate dal Gazzettino e in seguito raccolte in più volumi, ne sono la testimonianza viva. Più volte ebbe a dirmi che considerava quel lavoro durato un paio di decenni la cosa migliore che avesse dato al fumetto.