Intervista a Charlotte Gainsbourg
"Il mio amore senza regole"

Venerdì 24 Aprile 2015 di Gloria Satta
Charlotte Gainsbourg con Omar Sy in una scena di "Samba"
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Sta incidendo un nuovo album. Si è già adattata alla sua nuova vita di New York, dove ha traslocato qualche mese fa con il compagno Yvan Attal e i loro tre figli perché non sopportava più di vivere a Parigi dopo la morte premautura della sorella Kate Barry, volata da una finestra a dicembre 2013. Ed è sempre più richiesta dal cinema: è attualmente sul set di Oppenheimer Strategies e girerà presto Independence Day 2.

Charlotte Gainsbourg, la musa francese dei grandi autori, 43 anni, figlia dei miti Jane Birkin e Serge Gainsbourg, ama le sfide. Dai film sulfurei di Lars Von Trier (Antichrist, Nymphomaniac) alle opere di Chéreau, di Haynes, di Jacquot e di Asia Argento, fisico androgino e talento da vendere («non sono mai stata brava come lei», ammette mamma Brikin) la sua carriera non conosce fallimenti.

In questi giorni è sugli schermi protagonista di Samba, il nuovo film di Nakache e Tolédano, i registi di Quasi amici. Accanto a Omar Sy, che ha il ruolo di un immigrato clandestino, Charlotte intepreta Alice, una manager parigina in crisi di nervi. Coppia improbabile calata in una commedia sociale, storia d’amore fuori dagli schemi. Da New York, in una pausa del lavoro, l’attrice racconta la sua esperienza.

Come si è avvicinata al suo personaggio?

«Ho cercato di essere il più sincera possibile e di arricchirlo con quella che sono. Ho bisogno di provare empatia nei confronti dei miei ruoli e questa volta mi sentivo particolarmente vicina ad Alice: amo la sua goffaggine, il suo impaccio, la sua indeterminatezza e la distanza dalle cose che dimostra: a volte, nella vita reale, apparriene anche a me».

E’ abbonata ai film drammatici. Cosa ha pensato quando i registi di ”Samba” le hanno offerto una commedia?

«Sono rimasta abbastanza sorpresa. All’inzio pensavo di non essere adatta. Credevo di non risultare abbastanza divertente per un loro film...E per giunta, accanto a un uragano comico come Omar Sy...».

E come si è convinta del contrario?

«Per far ridere bisogna mettersi a nudo ed è stato proprio Omar ad aiutarmi con il suo modo di fare schietto, la sua vitalità e la sua sensibilità. Siamo due persone molto diverse, e questo ci ha permesso di rendere al meglio i nostri rispettivi personaggi che, sulla carta, non potrebbero essere più distanti. Sul set gli ho confidato le mie angosce e lui mi ha messa a mio agio».

I due protagonisti del film sono agli antipodi. Lei come avrebbe affrontato una storia d’amore di questo genere?

«Forse sembrerò banale, ma sono convinta che i sentimenti e l’amore siano l’unica risorsa che possa portarti lontano dal tuo punto di partenza. E trasformarti profondamente. Innamorarmi di una persona molto diversa da me? Non vedo ostacoli. In amore non ci sono regole».

Che effetto fa essere diretti da due registi?

«Senti due sguardi su di te, ed è una condizione che ti arricchisce molto. Avevo vissuto un’esperienza analoga con i fratelli Taviani sul set di Il sole anche di notte, ma con Nakache e Tolédano abbiamo tutti improvvisato di più, esplorando ogni giorno nuove idee comiche».

In Francia ”Samba” ha suscitato delle polemiche...

«I problemi degli immigrati clandestini sono terribilmente seri, ma il film non li affronta alla leggera. Non è una storia a tesi, non è un dramma e non è una commedia sentimentale, ma tutte queste cose messe insieme: è questo il suo valore».

Come riesce a coltivare la musica?

«Dopo tanti mesi consecutivi dedicati al cinema (l’anno scorso ho girato quattro film!) sono felice di aver trovato il tempo per incidere il nuovo album, cui tengo da morire. Sebbene l’incertezza continui a caratterizzare molte mie scelte artistiche, la musica continua a essere una parte importante di me».

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