Papa Francesco: «Musulmani fratelli,
educare al rispetto le nuove generazioni»

Domenica 11 Agosto 2013
Papa Francesco: «Musulmani fratelli, educare al rispetto le nuove generazioni»
ROMA - Papa Francesco, dopo la recente conclusione del mese di Ramadan, ha rivolto all'Angelus un saluto ai musulmani del mondo intero, definendoli nostri fratelli, e ha augurato che cristiani e musulmani si impegnino per promuovere il reciproco rispetto, specialmente attraverso l'educazione delle nuove generazioni».



«Vorrei rivolgere un saluto ai musulmani del mondo intero, nostri fratelli, che da poco hanno celebrato la conclusione del mese di Ramadan, dedicato in modo particolare al digiuno, alla preghiera e all'elemosina - ha detto papa Francesco - Come ho scritto nel mio messaggio per questa circostanza, auguro che cristiani e musulmani si impegnino per promuovere il reciproco rispetto, specialmente attraverso l'educazione delle nuove generazioni».




«L'amore di Dio dà senso alle fatiche». «Il vero tesoro dell'uomo è l'amore di Dio, che dà senso agli impegni di ogni giorno, alle fatiche e alle cadute, e aiuta anche ad affrontare le grandi prove - ha detto il Papa - Voglio chiedervi: dov'è il tuo tesoro? Qual è per te la realtà più importante, più preziosa, la realtà che attrae il tuo cuore come una calamita? Posso dire che è l'amore di Dio?».



Il Papa ha commentato il Vangelo odierno: «Ci parla del desiderio dell'incontro definitivo con Cristo. Qualcuno mi risponderà: "Padre, ma io sono uno che lavora, che ha famiglia, per me la realtà più importante è mandare avanti la mia famiglia, il lavoro". Certo, è vero, ma qual è la forza che tiene unita la famiglia? È proprio l'amore di Dio che dà senso ai piccoli impegni quotidiani e anche aiuta ad affrontare le grandi prove. Questo è il vero tesoro dell'uomo. Andare avanti nella vita con amore, con quell'amore che il Signore ha seminato nel cuore. L'amore di Dio non è qualcosa di vago, un sentimento generico; l'amore di Dio ha un nome e un volto: Gesù Cristo. Perché noi non possiamo amare l'aria, amiamo persone e quella persona è Gesù. È un amore che dà valore e bellezza a tutto il resto: alla famiglia, al lavoro, allo studio, all'amicizia, all'arte, ad ogni attività umana. E dà senso anche »alle esperienze negative, perché ci permette di andare oltre, di non rimanere prigionieri del male, ma ci fa passare oltre, ci apre sempre alla speranza, all'orizzonte finale del nostro pellegrinaggio. Così anche le fatiche e le cadute trovano un senso
».



Il Papa ricorda Santa Chiara consacrata con Francesco alla povertà. «Oggi nella Chiesa facciamo memoria di santa Chiara di Assisi - ha detto Bergoglio - che sulle orme di Francesco lasciò tutto per consacrarsi a Cristo nella povertà. Santa Chiara ci dà una testimonianza molto bella di questo Vangelo di oggi: ci aiuti lei, insieme con la Vergine Maria, a viverlo anche noi, ciascuno secondo la propria vocazione».




«Abbiate il cuore desideroso, non chiuso e anestetizzato». «Tutti noi abbiamo un desiderio, solo la povera gente è quella che non ha desideri: il desiderio di andare avanti verso un orizzonte, l'incontro con Cristo, quello che ci fa felici»: sono alcuni passi che papa Francesco ha pronunciato a braccio all'Angelus. Il Pontefice, parlando del «desiderio di andare avanti verso l'incontro con Gesù», ha chiesto ai fedeli: «Tutti voi avete un cuore desideroso? Avete un cuore che desidera? Tu hai un cuore che desidera o hai un cuore chiuso, un cuore addormentato, un cuore anestetizzato per le cose della vita?».
Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 10:16