Chernobyl, tornano i lupi e altri animali selvatici:
«L'uomo uccide più delle radiazioni»

Martedì 6 Ottobre 2015 di Enrico Chillè
Un lupo nell'area di esclusione
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La presenza dell'uomo, nel tempo, uccide più delle radiazioni nucleari. Ne sono convinti alcuni ricercatori di una equipe internazionale che ha studiato gli effetti a lungo termine del disastro della centrale di Chernobyl.



La catastrofe del 1986, si legge nello studio, provocò dei danni a breve termine gravissimi per la natura: intere pinete sparirono in poco tempo, e ci fu una straordinaria morìa di animali, selvatici e non, rimasti nell'area di esclusione dopo l'evacuazione totale della popolazione. Ora, però, tutto sembra cambiato.



L'area di esclusione (3100 km² intorno al luogo del disastro) è tornata ad essere l'habitat naturale di animali selvatici che si trovavano qui ancora prima della costruzione della centrale di Chernobyl, iniziata nei primi anni '70. I biologi che hanno studiato i comportamenti degli animali nella zona assicurano che da almeno un secolo non si avevano notizie di un numero simile di esemplari di lupi, alci, bisonti, cinghiali selvatici e linci. Addirittura, sostengono gli studiosi, sono stati avvistati esemplari di orso bruno, considerato estinto nella zona già diversi anni prima del disastro nucleare.











In quasi tre decadi, i massimi esperti di energia nucleare e biologia hanno studiato a lungo gli effetti di Chernobyl sugli animali. Dopo la prima generazione, profondamente affetta da tumori e malformazioni di ogni genere, quasi tutti gli animali nascono sani e si riproducono regolarmente in aree una volta frequentate dall'uomo. Le uniche specie che sembrano fare eccezione a questo sorprendente trend sono gli uccelli, di fatto decimati nel corso degli anni, ma con un calo via via decrescente, e forse i pesci. I ricercatori che hanno pubblicato lo studio, ben consapevoli della radioattività contenuta in esemplari pescati anche in luoghi non confinanti con la Bielorussia come la Germania e la Norvegia, hanno già promesso studi approfonditi anche su queste specie.
Ultimo aggiornamento: 15:40
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