Jesolo. Caos concessioni, chioschi "impacchettati" in attesa di essere rimossi dai gestori uscenti: turisti increduli

Lunedì 6 Maggio 2024 di Giuseppe Babbo
Jesolo. Caos concessioni, chioschi "impacchettati" in attesa di essere rimossi dai gestori uscenti: turisti increduli

JESOLO - «Strutture e manufatti in fase di rimozione, come da determina dirigenziale». È il cartello comparso in alcuni dei chioschi e delle docce che si trovano all'interno della Unità minima di gestione numero 5, quella compresa nel tratto di arenile tra piazza Brescia e piazza Mazzini. Qui i concessionari uscenti, soprattutto nell'area corrispondente al consorzio Bafile, prima hanno avvolto varie strutture con una rete ombreggiante verde e poi appeso i cartelli con i riferimenti alla prossima rimozione.

CAOS CONCESSIONI

Una mossa che ieri, domenica che ha riversato in città molti ospiti, non è passata inosservata. E in questo senso sono stati molti gli interrogativi anche tra gli stessi turisti presenti tra lungomare e battigia nonostante i nuovi concessionari, la Cbc srl, società formata dalla famiglia Mario Moretti Polegato, famiglia Menazza e l'imprenditore Alessandro Berton, da giorni siano al lavoro per allestire lo stabilimento.

Certo, molto dipenderà da cosa deciderà il Tar mercoledì prossimo, chiamato a discutere la richiesta di sospensiva presentata dai concessionari uscenti, il Consorzio Stabilimenti centrali scarl, ma nel frattempo gli stessi operatori uscenti stanno valutando come liberare la spiaggia dalle loro attrezzature.
«È un'eventualità che non possiamo trascurare spiega Renato Martin, presidente della Scarl vedremo cosa deciderà il Tar, ma noi ci stiamo già attivando, abbiamo chiesto dei preventivi a delle ditte specializzate, non è escluso che ci tocchi anche togliere il camminamento.

Abbiamo lasciato le luci accese come segno di responsabilità».

Scontate le reazioni politiche. «Nella Umg 7 e 5 si attende la pronuncia del Tar dice Antonio Lunardelli, portavoce del Movimento 5 Stelle ma intanto i concessionari uscenti hanno chiuso le cabine, i bagni e i chioschi. Sperano in una pronuncia favorevole per poter riprendere a lavorare. La cosa, se non ci saranno risvolti di accordi tra le parti, sicuramente finirà al Consiglio di Stato dove probabilmente verrà deciso anche sulla legittimità dell'applicazione della legge 33. Da sempre sosteniamo che le gare andavano fatte per tempo ma soprattutto senza accorpare le concessioni in Umg».

Ad intervenire è anche Sergio Fruncillo, del direttivo del Pd che mette in discussione le scelte del Comune: «Non mi sembra che delle procedure a evidenza pubblica attacca - con un minimo investimento e un ristretto numero di soggetti, rispondano ai criteri indicati dalle decisioni dei giudici amministrativi citati dal sindaco. La richiesta, al contrario, era quella di attivare delle gare "fortemente concorrenziali", aperte a un numero indeterminato di soggetti, con un indennizzo a base d'asta per i concessionari uscenti e "paritarie". Le sentenze si leggono e si applicano per intero, non solo nella parte che fa comodo». Più disteso il clima nella Umg 7, dove sono stati riaperti i bagni e non escluso il ritiro del ricorso.

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