ROVIGO - Il complesso che sta sorgendo alle porte di Rovigo, nell’area dell’ex discoteca Masko e dell’ex mobilificio Crepaldi, è un progetto destinato a stupire. Non solo perché sarà un unicum a livello mondiale, ma anche perché quello che sta realizzando Marco Lesko, il fondatore dell’azienda di viale della Scienza che porta il suo nome nella componentistica in alluminio, è destinato a rivoluzionare il concetto di “fabbrica” come si era intesa finora. «Sarà un luogo innanzitutto bello - sottolinea l’imprenditore - perché la libertà porta la bellezza, la bellezza porta la dignità e dalla dignità viene la pace. Il gusto italiano è irripetibile nel mondo».
E se lo dice un uomo che ha creato dal niente un gioiello industriale che fattura milioni di euro e su cui hanno messo gli occhi multinazionali del settore, c’è da aspettarsi di tutto.
IL PROGETTO
I materiali, innanzitutto: solo legno, alluminio e vetro. Una struttura portante e una copertura lignea sostenuta da 77 colonne, divise in undici file, con inedite pareti laterali completamente vetrate. Niente scaffalature alte a limitare la vista, vetrate aperte sulla campagna e, all’interno, un giardino di 800 metri quadri con 80 tra aranci e limoni sotto un soffitto vetrato. Sotto il pavimento in resina ipossidica correranno 16 chilometri di cavi. I sottoservizi? Tutti mimetizzati nel segno della funzionalità ed efficienza. Innovativo anche il sistema di illuminazione con 4 chilometri di corpi illuminanti e 308 faretti inseriti nelle colonne e in grado di cambiare colore ogni settimana. «Perché dovrà essere un luogo bello per chi ci lavora, ma anche bello per chi guarda da fuori» sottolinea Lesko, che ha curato personalmente i dettagli mettendo alle corde tecnici e artigiani per far realizzare la sua idea di “fabbrica”. «Quando i fornitori dovevano parlare con me erano terrorizzati» scherza. Però, alla fine, ha ottenuto quello che voleva: dentro, uno spazio ottimizzato per chi deve lavorare, e fuori 7mila metri quadrati organizzati per la movimentazione merci, stoccaggio materiali, parcheggi e area verde. Soprattutto, un posto in cui sentirsi parte di qualcosa di più forte di un mero luogo di lavoro. E per ricordarlo, nella nuova sede di Lesko ci saranno totem per i principi del “dodecalogo” messo a punto dal fondatore, a partire dal rispetto in tutte le sue sfaccettature. «Tramite il lavoro capisci chi sei - è convinto Marco Lesko - e se in un’azienda il denaro diventa l’arrivo, vuol dire che si è perso l’obiettivo. La fabbrica è “dentro”, nella motivazione e nella passione che deve muovere l’individuo. Bisogna andare oltre la produzione, pensare a una visione per la società e i giovani». E proprio ai giovani guarda una parte essenziale del progetto. Una volta a regime, l’azienda lavorerà su dieci linee produttive e due turni. Lesko ha già iniziato i colloqui per assumere nuovi dipendenti. «L’azienda ha le potenzialità per arrivare a cinquanta milioni di fatturato annuo - spiega -. Ho ancora molte idee da realizzare».