PADOVA - In un mese carabinieri e polizia, coordinati dallo stesso pubblico ministero Sergio Dini, hanno fermato tra Padova e provincia otto spacciatori.
Ma il dato allarmante è un altro: gli inquirenti per arrivare a incastrare i venditori di cocaina, hanno identificato e sentito circa 200 clienti quasi tutti italiani. Uomini e donne, tra i venti e 50 anni, in possesso di un lavoro stabile così da potersi pagare le dosi di sostanza stupefacente.
PREZZI E SANZIONI
Mezzo grammo di coca veniva acquistato a 40 euro, e c’era anche chi in trenta giorni spendeva fino a 1.500 euro per sballarsi con la polvere bianca. Tutte queste persone, come prevede la legge, sono state segnalate come assuntori di droga alla Prefettura. Non si tratta di un reato penale, ma invece di un illecito amministrativo.
Tuttavia le conseguenze non sono piacevoli: chi fa uso personale di stupefacenti rischia, se “pizzicato” dalle forze di polizia, la sospensione della patente di guida, la sospensione del passaporto, l’eventuale sospensione della licenza del porto d’armi e se si tratta di un cittadino extracomunitario la sospensione del permesso di soggiorno.
LE OPERAZIONI
L’ultimo arresto in ordine di tempo, messo in atto dai carabinieri, è stato quello del tunisino di solo 21 anni Borhen Chebbi attivo tra i quartieri della Sacra Famiglia e via Palestro, a un passo dal cuore del centro storico.
Agli inizi di aprile invece la Squadra mobile ha fermato una banda di quattro spacciatori, anche loro tunisini, nel quartiere di Chiesanuova. La loro base per lo spaccio era il locale “Ciccio kebab” già posto sotto sequestro preventivo. Per smerciare la cocaina utilizzavano dei galoppini minorenni. In manette è finito il titolare Skander Ferchichi, 46 anni residente a Mestrino. Una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita nei confronti di Ahmed Ghabri, detto “Andrea”, 20 anni residente a Selvazzano e già dietro alle sbarre di una cella. Non sono invece ancora stati assicurati alla giustizia Oussama Wasti di 23 anni e Mohamed Wasti di 27 anni. I due fratelli, al momento, dovrebbero trovarsi in Germania. E anche in questa occasione i poliziotti sono riusciti a incastrare gli spacciatori, non solo attraverso pedinamenti e microspie installate all’interno del kebab, ma anche sentendo i loro clienti. Quasi tutti italiani, molti giovanissimi, acquirenti di cocaina e di hashish. In totale gli uomini della Mobile hanno identificato una ottantina di consumatori, che si rivolgevano a “Ciccio kebab” per procurarsi lo sballo.
Ma questo fiume di droga è arrivato anche in provincia. I carabinieri di Piove di Sacco hanno “pizzicato” tre spacciatori italiani: pure loro specializzati nella vendita della polvere bianca. Nei guai sono finiti Alberto Schiavon di 43 anni, residente a Piove di Sacco, e i suoi due soci in affari M.U. di 48 anni e F.T. di 25 anni entrambi raggiunti dalla misura restrittiva dell’obbligo di firma alla polizia giudiziaria. Il loro spaccio sarebbe iniziato già nel 2020 per proseguire fino all’inizio di questa primavera. E come nelle precedenti indagini gli uomini dell’Arma, sono risaliti agli spacciatori identificando e sentendo i loro clienti: una quarantina e tutti italiani con un impiego stabile.