Forse i quiz a fine anni 80, erano diventati un esercizio di stile, raccontano i veterani: c'era un quorum di 3mila domande da cui attingere su argomenti prettamente di biologia, fisica, matematica, successivamente logica e cultura generale.
Medicina, si entra senza test: la selezione dopo sei mesi. Ecco cosa cambia
Un Tolc che il Ministero in tempi non sospetti ha affidato all'agenzia di test on line Cisia, usata in questi anni per l'ingresso ai corsi di laurea nelle università. Poiché ogni concorso provocava critiche e denunce. «Quiz contorti e laboriosi», racconta chi li ha visti dalla cattedra. Di certo, hanno messo in crisi una generazione che ogni giorno raccontiamo come fragile, ancora in piena evoluzione. L'Italia era rimasto l'unico paese con ingresso a numero chiuso alla facoltà di Medicina. Segno di criticità, lacune, forse lobby, non certo un passo avanti. Pronta sull'emergenza, perché quello del medico è un lavoro che non si fa senza un minimo di passione. Ora la svolta. Il tana libera tutti fa paura. E le aule? E i prof? Ci saranno gli specializzandi a sostituirli, chissà. Di certo se ora al primo anno un docente si fa carico di un esame di 80 studenti, con la "stura" diventeranno 150. Il numero chiuso resta un cavallo di battaglia di molti medici, consapevoli però che l'attuale test di medicina era è un flop. In una diretta Facebook il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca lo scorso ottobre si scagliò contro i test: «Vergogna nella vergogna mettere ai margini i figli della povera gente: esclusi dalla facoltà quelli che non possono pagarsi i test, truffaldini camorristici ancora in atto nel nostro paese», riportando presunte domande del test di Medicina pervenute da segnalazioni. Tra queste, addirittura chi fosse l'inventore della Viennetta Algida. Il Cisia chiarì: «I quesiti vertono sugli argomenti elencati nella decretazione ministeriale».
Molti luminari ammettono, «così pensavamo di perdere dall'inizio quei ragazzi magari con più vocazione. La prova di ingresso così com'era era ingiusta e sperequativa, antimeritocratica. Quasi tutti hanno speso soldi per far seguire ulteriori corsi ai ragazzi, un business vergognoso, che ha coinvolto le famiglie in piena estate, con zero risultati e costi esorbitanti». Ebbene, nel 2025 avremo un cambio generazionale, 37 anni dopo il vecchio concorso. Nel frattempo è cambiata la medicina, le modalità di cura, sociologicamente la popolazione. In teoria, d'ora in poi la selezione spetterà all'università: serviranno aule, uomini e mezzi, oltre alla voglia di ogni singolo ragazzo.