Chiara Ferragni, i punti deboli quali sono. L'esperto: «Fedez inadeguato e figli troppo esposti alla gogna mediatica»

"Un modello vincente è senz’altro quello interpretato da Luca Argentero e Cristina Marino", prosegue Andrea Camaiora

Mercoledì 17 Gennaio 2024 di Alessandro Rosi
Chiara Ferragni, i punti deboli. L'esperto: «Fedez inadeguato e figli troppo esposti alla gogna mediatica». Ecco quali sono

Alcuni punti deboli di Chiara Ferragni stanno emergendo con forza. «Fedez è il principale elemento di criticità», spiega Andrea Camaiora, esperto in reputation management e vicende mediatico giudiziarie, CEO di The Skill.

Non solo. L'influencer sembra comunicare come un avvocato, utilizzando un «linguaggio para-giuridico». C'è poi l'esposizione mediatica dei figli, con il rischio di renderli «vittime della gogna mediatica». Quale modello dovrebbe allora seguire? Sarebbe opportuno chiudere i social? Le risposte dell'esperto.

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La nuova strategia comunicativa della Ferragni funziona?

Assistiamo a un ‘salto’ nella crisi che sta vivendo l’influencer, con la vicenda giudiziaria e l’emersione di una contesa tra le procure di Milano e Cuneo per la competenza sul caso. L’uscita dalle difficoltà è quindi ancora lontana e richiede sangue freddo, metodo e contenuti adeguati. Non si può comunicare e comportarsi allo stesso modo in una fase ordinaria e straordinaria, di successo o di crisi! In particolare, nelle vicende giudiziarie occorrono competenze e sensibilità aggiuntive che al momento non si sono viste.

L'influencer sembra parlare "come un avvocato". 

Il comunicato della Ferragni all’indomani dell’iscrizione nel registro degli indagati è, sì, formalmente corretto, ma palesemente fermo a un linguaggio para-giuridico. Mentre nella comunicazione di casi mediatico giudiziari occorre che il comunicatore non si limiti a veicolare la nota degli avvocati ma a semplificarla e renderla più efficace ed empatica, soprattutto capace di trasmettere un’idea, un sentimento.

Quali sono i punti deboli? 

Al momento, il principale elemento di criticità per Chiara Ferragni è suo marito che dimostra totale inadeguatezza, ormai da troppo tempo, all’esposizione della coppia. In particolare, nell’ultimo periodo, hanno contribuito ad aggravare la situazione, attirando l’attenzione dei media e sollevando altre critiche le polemiche con Myrta Merlino attraverso un video inutilmente provocatorio sulle deiezioni del cane dei Ferragnez e il clamoroso scambio di persona in cui Fedez accusa una persona totalmente innocente di essere un hater che, per giunta, ha preso di mira suo figlio. Anche i toni con cui Fedez nei suoi video parla di altri hater non aiutano.

Quale strategia comunicativa dovrebbero seguire?

Prima di tutto, dopo le vicende legate alla beneficenza, non ci si aspetta certo che Ferragni o Fedez salgano in cattedra, un basso profilo sarebbe la scelta più scontata, più giusta, la sola da perseguire. In secondo luogo, non si combatte la violenza, in questo caso verbale, o le minacce, con altra violenza. Non bisogna essere Gandhi per capirlo. Poi bisognerebbe cercare di risultare meno presuntuosi: l’atteggiamento irridente di Fedez nei confronti della giornalista Merlino è fuori da qualsiasi canone, dalla comunicazione all’educazione. Tutto ciò provoca danni a Fedez e inevitabilmente a Ferragni.

L'esposizione mediatica dei figli?

La celebre coppia dovrebbe seriamente interrogarsi sull’esposizione a cui sottopone i figli. Non possono sovraesporli in questo modo e poi stupirsi che diventino anch’essi vittima del circuito mediatico o della gogna social. Anche se ciò è particolarmente deprecabile e ingiustificabile, da condannare senza riserve, trattandosi di bambini, era purtroppo da mettere in conto fin dall’inizio.

I Ferragnez dovrebbero chiudere i social?

Che bisogno c’è di apparire sempre e comunque marziani? Insistere nell’apparire diversi dis-umanizza i due vip e li rende più esposti alle storture tipiche del cortocircuito mediatico. E il problema non è di oggi. Basti pensare a due episodi, uno recentissimo e risalente al Capodanno, l’altro avvenuto in occasione del 29esimo compleanno di Fedez. È proprio necessario mettere tutto sui social? Fedez doveva per forza raccontarci la sua ultima notte di San Silvestro con un video? La coppia allora sentì il bisogno di raccontarci una festa divertentissima e particolare? Così esotica e trasgressiva da essere svolta in un supermercato, ovvero in un luogo frequentato abitualmente dalle persone normali, peraltro spesso di malavoglia? C’è modo e modo anche di essere influencer

Quale modello dovrebbe seguire i Ferragnez?

Ferragni e Fedez dovrebbero al contrario far riscoprire al grande pubblico, ma con umiltà e senza vittimismo, la propria identità di persone che, attraverso propri talenti, si sono fatte da sole e che come chiunque possono sbagliare. Devono ricercare empatia e simpatia, non generare distacco, invidia, antipatia. Inoltre, chi ne cura la comunicazione dovrebbe lavorare a incentivare prese di posizione da parte di terze persone, autorevoli e conosciute, disposte ad accreditarne le qualità umane e il valore. Insomma, c’è ancora fare… Un modello vincente è senz’altro quello interpretato da Luca Argentero e Cristina Marino, power couple che ha trovato un saggio equilibrio a 360 gradi, dalla esposizione dei figli al racconto di una vita senz’altro straordinaria e di successo.

E la comunicazione della Balocco?

In tutto questo clamoroso rumore intorno ai Ferragni e alla vicenda Balocco, con i suoi strascichi, colpisce la comunicazione zoppicante della famiglia Balocco. Comunica in modo freddo, tramite i legali, con una nota che è tutta una giustificazione del prezzo del pandoro. Un testo che non ‘buca’, non convince e si espone alla facile replica di Codacons. Se è sbagliato comunicare troppo e in modo improprio, un marchio così prestigioso come quello della storica azienda produttrice di pandoro, legata a una famiglia perbene, da sempre concentrata sul lavoro e lontana dai riflettori, richiederebbe un’adeguata tutela della propria reputazione che, altrimenti, potrebbe ripercuotersi seriamente sull’azienda. Va ricordato che il World Economic Forum stima che almeno il 25% del market value di un brand risieda nella sua reputazione, il più importante degli asset intangibili nel patrimonio di un’impresa. Possibile che un’azienda così prestigiosa non si interroghi su di sé? E se lo fa, varrebbe la pena che si interrogasse su come lo fa.

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