Chico Forti può riacquistare la libertà in Italia? Ecco qual è la procedura della grazia (e se può davvero ottenerla)

Ora che il giorno dell'agognato rientro in Italia è arrivato, si aprono diverse possibilità sul suo futuro

Sabato 18 Maggio 2024 di Valeria Di Corrado
Chico Forti

Ora che il giorno dell'agognato rientro in Italia di Chico Forti è arrivato, si aprono diverse possibilità sul suo futuro. L'ex surfista e produttore tv trentino ha già scontato 24 anni di reclusione nelle carceri della Florida, ma la condanna all'ergastolo prevederebbe che resti in galera per tutto il resto della vita. Ovviamente l'obiettivo di tornare nel suo Paese d'origine non era legato soltanto al riavvicinarsi alla sua famiglia. In Italia, infatti, i legali di Forti potranno chiedere di ottenere per lui la libertà vigilata: una possibilità prevista per chi, pur essendo stato condannato per omicidio (non aggravato dal metodo mafioso o altro) ha già passato 25 o 26 anni in carcere. Quindi, per quanto gli Stati Uniti - prima di concedere la sua estradizione - abbiano ricevuto rassicurazioni sul fatto che finisca di scontare la sua pena dietro le sbarre, non si può creare una disparità di trattamento tra i detenuti che comporti per lui una discriminazione. L'altra possibilità è che Forti si appelli a Sergio Mattarella per chiedere la grazia. Ma tutto questo difficilmente avverrà comunque a stretto giro, per non mettere in difficoltà il governo Meloni con il presidente Usa Joe Biden.

Chico Forti, cosa succede ora? Finirà di scontare la pena in Italia (ma potrebbe beneficiare della libertà condizionale)

Chico Forti, può ottenere la grazia?

L’articolo 87 della Costituzione prevede, al comma undicesimo, che il Presidente della Repubblica possa, con proprio decreto, concedere grazia e commutare le pene. Si tratta di un istituto clemenziale di antichissima origine che estingue, in tutto o in parte, la pena inflitta con la sentenza irrevocabile o la trasforma in un'altra specie di pena prevista dalla legge (ad esempio la reclusione temporanea al posto dell’ergastolo o la multa al posto della reclusione). La domanda di grazia è diretta al Capo dello Stato e va presentata al Ministro della Giustizia. È sottoscritta dal condannato, da un suo prossimo congiunto, dal convivente, dal tutore o curatore, oppure da un avvocato.

Se il condannato è detenuto o internato, la domanda può essere però direttamente presentata anche al magistrato di sorveglianza. 

Sulla domanda o sulla proposta di grazia esprime il proprio parere il Procuratore generale presso la Corte di Appello e, se il condannato è detenuto - anche presso il domicilio – ovvero affidato in prova al servizio sociale, il Magistrato di sorveglianza. A tal fine, essi acquisiscono ogni utile informazione relativa, tra l’altro, alla posizione giuridica del condannato, all’intervenuto perdono delle persone danneggiate dal reato, ai dati conoscitivi forniti dalle Forze di Polizia, alle valutazioni dei responsabili degli Istituti penitenziari. Acquisiti i pareri, il Ministro trasmette la domanda o la proposta di grazia, corredata dagli atti dell’istruttoria, al Capo dello Stato, accompagnandola con il proprio “avviso”, favorevole o contrario alla concessione del beneficio. Come stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 200 del 2006, al Capo dello Stato compete la decisione finale. L’art. 681 del codice di procedura penale prevede anche che la grazia possa essere concessa di ufficio e cioè in assenza di domanda e proposta, ma sempre dopo che è stata compiuta l’istruttoria. Se il Presidente della Repubblica concede la grazia, il pubblico ministero competente ne cura l’esecuzione, ordinando, se del caso, la liberazione del condannato.

 

Il trasferimento a Verona

Chico Forti potrebbe essere trasferito già lunedì nel carcere di Verona. Il 65enne trentino, rientrato stamani in Italia, ora si trova nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso: è solo in cella anche in virtù del fatto che è un detenuto di transito. Chi ha avuto modo di vederlo lo descrive «sorridente ma provato». «Faremo un'istanza per avere il permesso per il detenuto di visitare la madre che ha 96 anni e non si può muovere. La mamma, Loner Forti, si trova a Trento e credo non veda il figlio da circa dieci anni». A dirlo è l'avvocato Carlo Della Vedova, legale in Italia di Chico Forti. Anche l'aspetto umanitario, ha puntualizzato l'avvocato, ha «accelerato la procedura ed è anche stata considerata dalla Corte di Appello di Trento quando è stata recepita la sentenza americana. Il trasferimento in Italia di Forti è il completamento di tutte le procedure giudiziarie, intraprese davanti alle autorità degli Usa». «Con Forti ci siamo sentiti l'ultima volta lunedì, era un pò ansioso, ci sentivamo tutti i lunedì. Ringraziamo tutte le autorità italiane e americane che hanno seguito il suo caso», ha concluso l'avvocato.

Ultimo aggiornamento: 19:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA