I prezzi alti dei fornitori spremono le imprese: «Così perdiamo i clienti»

Secondo l'analisi fatta da Confcommercio si è raffreddato il sentiment della categoria

Venerdì 17 Maggio 2024 di Antonella Lanfrit
I prezzi alti dei fornitori spremono le imprese: «Così perdiamo i clienti»

Il commercio in Friuli Venezia Giulia risente della frenata dei consumi e dei prezzi praticati dai fornitori, che continuano ad essere elevati. Sono i due fattori principali all'origine del raffreddamento del sentiment della categoria nei confronti dell'andamento del mercato nel primo trimestre dall'anno, come rivela l'Osservatorio di Confcommercio Fvg curato da Format Research e presentato ieri.

Positivo, invece, il terziario legato al turismo, che conta sul flusso di 7 milioni di turisti attesi in regione per quest'estate. L'occupazione tiene nel primo trimestre, con la possibilità che le cose non cambino sostanzialmente da qui alla fine di giugno.


POCHE ASPETTATIVE

Analizzando il peggioramento della fiducia dei commercianti rispetto alla fine del 2023, quando il terziario, commercio compreso, era considerato trainante nelle performance dell'economia friulgiuliana, il direttore scientifico di Format Research, Pierluigi Ascani, evidenzia che «a pesare sulle imprese sono le contrazioni dei consumi e l'esposizione delle imprese ai prezzi praticati loro dai propri fornitori, che non accenneranno a scendere». Conferma la criticità per il commercio il presidente regionale di Confcommercio, Gianluca Madriz, condividendo la lettura con i presidenti di Pordenone Fabio Pillon, di Trieste Antonio Paoletti e di Udine Giovani da Pozzo. «C'è un momento di incertezza che riguarda soprattutto il commercio», ha detto, aggiungendo comunque che le aziende non sono lasciate a vivere questa congiuntura da sole, perché l'associazione di categoria sta operando per creare situazioni favorenti al consolidamento delle aziende e all'ampliamento del mercato di riferimento. «Confcommercio risponde a questa momento con un impegno costante di supporto alle imprese ha sottolineato infatti Madriz -, anche sfruttando le opportunità del Bando Borghi Pnrr, come per esempio a Gorizia, dove si sta lavorando per la riqualificazione di via Rastello e borgo Castello». La condizione del commercio del Friuli Venezia Giulia comunque è «migliore rispetto al dato nazionale», si afferma nel rapporto dell'Osservatorio, e il peggioramento della fiducia del terziario Fvg nell'andamento della propria attività economica ha una curva che è simile al dato nazionale. «Prospetticamente continua l'Osservatorio rimarrà stabile al 30 giugno».


IL PESO DEI NUMERI

La flessione che si è registrata nella primissima parte dell'anno sembra, dunque, non essere l'inizio di uno scivolo, almeno fino alla metà del 2024. Nel dettaglio, nel primo trimestre vi è una lieve flessione dei ricavi delle imprese del terziario ma è in miglioramento il quadro occupazionale, un dato «posizionato nell'area di espansione del mercato e che resterà stabile fino alla fine del primo semestre». Quanto ai prezzi praticati dai fornitori, uno dei fattori che inficiano la fiducia dei commercianti, il rapporto spiega che «la situazione migliora», ma ciò non toglie che «la criticità continuerà a caratterizzare l'intero primo semestre di quest'anno», anche se con un andamento migliore rispetto al resto d'Italia.


LA RICHIESTA D'AIUTO

I commercianti, comunque, mettono in luce anche un'altra difficoltà che si è fatta sentire di più rispetto ai mesi precedenti, cioè l'accesso al credito. A fronte, infatti, di una diminuzione del numero di imprese del terziario che hanno chiesto credito nell'ultimo trimestre del 2023, è aumentato quello di coloro che faticano a ricevere il credito di cui hanno bisogno da parte del sistema bancario. Il 58,7% ha chiesto credito per esigenze di liquidità e cassa e il 5,5% per ristrutturazione del debito. In questo quadro spicca, però, la crescita, seppur contenuta, degli imprenditori che hanno fatto domanda di credito per investire. La percentuale, infatti, è passata dal 34,8 per cento dell'ultimo scorcio del 2023 al 35,8 per cento del primo trimestre di quest'anno.

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