Ditte individuali in calo: «Pochi fanno impresa». Record negativo in Italia

Martedì 7 Maggio 2024 di Luca Vecellio
Ditte individuali in calo: «Pochi fanno impresa». Record negativo in Italia

BELLUNO - Dati per nulla incoraggianti emergono dalle analisi della demografia d’impresa: a Belluno, l’andamento complessivo delle imprese descrive un’oscillazione in negativo di 58, quasi quattro volte più decisa rispetto a quella subita l’anno scorso. I numeri a cui viene anteposto il segno meno, sulla carta, sarebbero ben più alti (270), poiché quasi 180 aziende individuali bellunesi sono state recentemente cancellate dal registro delle imprese per mancato compimento degli atti di gestione negli ultimi tre anni, a conclusione di un procedimento amministrativo. Come spiega il presidente della Camera di Commercio Mario Pozza, però, «La dinamica della demografia risente di fattori di tipo amministrativo che hanno poco o nulla a che vedere con il ciclo economico».

Osservando la cifra che descrive il numero di imprese individuali in provincia a marzo 2024, ovvero 1340, e confrontandola con gli anni scorsi si possono così fare alcune valutazioni.


IMPRENDITORIA
Infocamere, che ha stilato l’ analisi sopra descritta, ha valutato che i dati raccolti sono dovuti anche a un calo del flusso delle iscrizioni, in linea con la media nazionale (-15%), ma anche a una propensione imprenditoriale che in provincia risulta essere ben al di sotto della media regionale. Anzi, tra le più basse del Paese. Nel 2014, in Italia, nasceva un’impresa ogni cento abitanti adulti, nel 2023 a Belluno questo valore scende a 0.59. La tendenza sarebbe riconducibile a due cause principali: le maggiori barriere d’ingresso e il calo demografico.


GIOVANI
Le imprese giovanili vedono un saldo fra iscrizioni e cessazioni positivo nel periodo considerato, ma non sufficiente a compensare i risultati delle imprese non giovanili, quindi con età oltre i 35 anni. L’incidenza percentuale delle giovanili era del 9,2% dieci anni fa e ora è scesa all’8. I settori dove resta più alta sono la ristorazione e le attività legate ai servizi alla persona, oltre all’agricoltura. Il tasso di ricambio è cresciuto: prendendo in esame imprenditori con più di 65 anni d’età, è passato dal 10,8% del 2014 al 14% del 2023. 


ARTIGIANI E FILIALI
Le imprese artigiane nel territorio, che a fine dicembre erano il 33,9% del totale, sono diminuite di 43 unità. Le unità dipendenti, ovvero le filiali, continuano al contrario a crescere: se ne contano 59 di nuove nell’ultimo anno, per un totale di 4614. 


CONCLUSIONI
Dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio, quindi, emerge che: «In Italia nel 2014 si era in perfetto equilibrio fra le due classi anagrafiche di imprenditori (rapporto uguale a 100), mentre nel 2023 la classe under 35 non compensa quella over 64 (il rapporto scende a 70). A Belluno nel 2014 prevalevano gli imprenditori individuali con meno di 35 anni (rapporto pari al 115), nel 2023 il vantaggio si sposta a favore della quota di imprese over 64 (rapporto pari ad 81).


SETTORI
Il tasso di ricambio assume valori significativamente differenti a seconda del settore di attività economica considerata ma edilizia, ristorazione, attività legate ai servizi alle imprese e alle persone, riparatori di auto e moto, mantengono un rapporto favorevole alla classe di età under 35 anni (rapporto superiore a 100), anche se in tutti i casi il confronto con dicembre 2014 vede il rapporto in diminuzione. I settori più a rischio di ricambio sono, in entrambe le province l’agricoltura, il manifatturiero e il commercio all’ingrosso ed al dettaglio».
 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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